Nel 1974 ero un giovane medico pieno di belle speranze, come si dice, e mi sorprendevo molto quando ero chiamato a fare un certificato sanitario “di sana e robusta costituzione” che spesso serviva per l’attività fisica di palestra o altro similare, perché in fondo capivo il significato della parola “costituzione” ma nessuno durante il corso di laurea me ne aveva parlato in termini medici. Per molto tempo l’ho usato solo in questa circostanza, poi è stato sostituito da “non presenta al momento alterazioni organico-funzionali in atto”, una dizione con un valore più medico scientifico della precedente e quindi apparentemente più adeguata alla circostanza. Ma siamo proprio sicuri che fosse più adeguata? A giudicare dalle centinaia che ne ho scritti direi di si, perché i vari Enti che li avevano ricevuti li avevano anche accettati, ma personalmente ritengo che invece di un passo avanti fosse stato fatto un passo indietro perché nel concetto di costituzione c’è anche il dato Mentale, cosa che non c’è nell’altra dizione.
A parte ciò che, comunque, appartiene alla storia, oggi non potrei per nessun motivo rinunciare alla parola” costituzione” (potrei accettarne di similari che intendono la stessa cosa, ad esempio “terreno”), perché la prima domanda che mi pongo quando per la prima volta vedo il mio paziente, è di sapere a che costituzione appartiene. Solo rispondendo nella maniera più corretta possibile a questa domanda posso augurarmi di individuare la giusta strategia terapeutica per i problemi che mi vengono presentati e non limitarmi semplicemente ad eliminarli solo momentaneamente. Lo abbiamo già detto e qui lo ripetiamo: eliminare il sintomo è certamente un obiettivo importante del medico ma non a discapito dell’aver individuato la causa e quindi il suo trattamento.